Giornata dedicata al pianoforte quella di mercoledì 24 novembre, con due concerti a cura dell’Associazione Mariani.

Alle ore 17 per la rassegna “Giovani in Musica” prenderà posto al pianoforte della Sala Corelli del Teatro Alighieri il vincitore della master class tenuta lo scorso settembre dal maestro Giuseppe Albanese: Elia Cecino.

Nato nel 2001 a Treviso, Cecino comincia lo studio del pianoforte a 9 anni con Maddalena De Facci sotto la cui guida si diploma con lode presso il Conservatorio di Cesena nel 2018. Attualmente si sta perfezionando con Eliso Virsaladze presso la Scuola di Musica di Fiesole e con Andrzej Jasinski all’Accademia del Ridotto di Stradella. Recente vincitore del Premio Venezia 2019, svolge intensa attività solistica e cameristica in Italia, Europa e Stati Uniti.

Il programma del concerto è interamente dedicato a Franz Liszt.

Alle ore 21, si allineeranno sul palcoscenico del Teatro Alighieri i componenti dell’Orchestra da Camera di Mantova con Alexander Lonquich nella doppia veste di pianista solista e direttore, per dar vita al secondo appuntamento dell’integrale dei concerti per pianoforte e orchestra di Beethoven. Dopo aver proposto lo scorso maggio i concerti n.1, 2, 3, questa sarà la volta dei concerti n. 4 e n. 5, a completare il nucleo che Beethoven scrisse per questo organico.

L’Orchestra da Camera di Mantova nasce nel 1981 e s’impone da subito all’attenzione generale per brillantezza tecnica, assidua ricerca della qualità sonora, sensibilità ai problemi stilistici. Nel 1997 i critici musicali italiani le assegnano il Premio “Franco Abbiati”, quale miglior complesso da camera.

Alexander Lonquich, vincitore nel 1977 del Concorso Casagrande, da allora tiene concerti in Giappone, Stati Uniti e nei principali centri musicali europei. Svolge un importante ruolo nell’ambito della musica da camera e, nel corso degli ultimi anni, ha avuto modo di collaborare con artisti come Schlomo Mintz, Steven Isserlis, con cui ha ottenuto numerosi riconoscimenti dalla critica internazionale, quali il “Diapason d’Or 1992”, il “Premio Abbiati” nel 1993 e il Premio Edison” in Olanda nel 1994.

Il concerto n. 4 in sol maggiore op. 58, scritto tra il 1805 e il 1806, spicca fra gli altri beethoveniani per una caratteristica particolare: l’inizio del I movimento è affidato al pianoforte solo. Si tratta della prima volta, nella storia di questo genere, in cui l’incipit, con l’enunciazione del I tema, non è affidato all’orchestra. Questa oltre ad essere una novità all’interno dell’opera del compositore di Bonn è anche l’ultima grande innovazione apportata al genere in epoca classica.

Il concerto n. 5 in mi bemolle maggiore op. 73, composto tra il 1809 e il 1810, fu dedicato come il precedente dell’op.58 all’arciduca Rodolfo Giovanni d’Asburgo Lo-rena. Suscitando in ogni esecuzione forte impressone per la grandiosità e l’originalità della sua forma, la prima di questo concerto fu eseguita a Lipsia, l’anno successivo a quello della sua stesura definitiva, il 28 novembre 1811, dal pianista Friedrich Schneider e sotto la direzione di Johann Philipp Christian Schulz.

Info: www.teatroalighieri.org; www.angelomariani.org